domenica 9 marzo 2014

La Bella e la Bestia


LA BELLA E LA BESTIA
Regia: Christophe Gans
Interpreti: Lea Seydoux (Belle) Vincent Cassel (la Bestia) André Dussolier (padre di Belle) Eduardo Noriega (Perducas) Yvonne Catterfield (la Principessa) Myriam Charleins (Astrid) Audrey Lamy (Anne) Sara Giraudeau (Clotilde) Jonathan Demurger (Jean-Baptiste)
Produttori: Richard Grandpierre
Distribuzione (Italia): Notorius Pictures
Sceneggiatura: Christophe Gans, Sandra Vo-Anh
Soggetto: La Bella e la Bestia
Fotografia: Christophe Beaucarne
Montaggio: Sébastien Prangère
Effetti Speciali: Till Hertrich, Monty Ploch
Musiche: Pierre Adenot
Scenografia: Thierry Flamand
Costumi: Pierre-Yves Gayraud
Francia, 2014, 112 min
Valutazione: **
Punti di forza: il fascino di una storia senza tempo e la bravura degli attori.



Quando il cinema è a corto di idee ha un grande bacino cui attingere, quello delle fiabe.
Ed ecco che arrivano sullo schermo moderne Cenerentola, Biancaneve guerriere, un'intraprendente Alice e una Cappuccetto Rosso da horror.
Non poteva mancare, allora, questa "storia antica quanto il mondo".

Un ricco mercante vive in città con i suoi figli ma è costretto a spostarsi in campagna quando perde tutte le sue navi e il loro carico. L'unica che è felice del trasloco è la più giovane, la più umile e la più bella, Belle.
Alla notizia che una delle navi, con il suo carico, è stata tratto in salvo il mercante parte per la città. Le due figlie maggiori chiedono in dono vestiti e gioielli, Belle solo una rosa.
In città il mercante scopre che le sue merci sono state vendute per ripagare i debiti. Sulla via del ritorno il mercante si perde in una tempesta di neve e raggiunge un castello il cui proprietario gli fa dono di vestiti e gioielli ma il mercante non può andarsene senza aver colto anche una rosa.
Su di lui si abbatte l'ira della Bestia che gli chiede la vita in cambio della rosa. Tornato a casa per salutare i suoi cari, Belle prende il cavallo che l'avrebbe automaticamente portata al castello e offre la sua vita al posto di quella del padre.
Il resto è storia!


Dimenticate la fiaba Disney e lasciate i bambini a casa; il nuovo film de La Bella e la Bestia è molto più dark. Molto più simile all'omonimo film del 1946 di Jean Cocteau che al classico disneyano.
Il problema sorge proprio nel confronto con il film di Cocteau.
Se nel 1946 gli effetti speciali erano confinati alla sapienza di sarte e artigiani che costruiscono una maschera rudimentale della Bestia.
Non potendo contare su effetti visivi d'eccezione, il cinema era allora più concentrato sui dialoghi, sulle emozioni da suscitare. L'incontro e l'innamoramento dei due personaggi appare più completo e presente così come il dramma che vive la Bestia nella contrapposizione fra il rimpianto per la sua vita passata e la speranza per il futuro, forse con Belle.
Niente di tutto ciò è presente in questa moderna trasposizione al punto che non si arriva nemmeno a comprendere il momento in cui la Bestia e la sua bella finiscano per innamorarsi.
I due attori, Cassel e Seydoux offrono, comunque, un'ottima interpretazione.
Il nome di Cassel è, ovviamente, una garanzia; così come sta diventando anche quello di Léa Seydoux, già nota per la tentatrice Emma de La Vita di Adele e quelli della dolce Gabrielle in Midnight in Paris.
Lea è la vera protagonista di questa nuova trasposizione della celebre fiaba, il film si concentra tutto su di lei e la sua Belle è diversa da tutte le sue precedenti interpretazioni.
Una Belle moderna, cosciente della sua femminilità e della sensualità del suo corpo con cui provoca gli appettiti, troppo a lungo sopiti, della Bestia, e che culminano nella scena del "quasi bacio" sul ghiaccio.
I problemi di questo film stanno proprio nel confronto con il film di Cocteau: se nel 1946 gli effetti speciali erano sacrificati, qui gli effetti visivi sorprendono e incantano ma sacrificano la storia in quanto tale e a tratti il film risulta noioso.
Giardini incantati, statue che sbucano dai roseti e si trasformani in guerrieri aggressivi e combattivi, inseguimenti su lastre di ghiaccio, balli in saloni reali e in meravigliosi abiti d'antan, strani animaletti incantati con cui far amicizia; quello che manca all'appello è la magia, gli scintilli e, soprattutto, la trasformazione della Bestia nel principe che era un tempo, forse sacrificata al finale a sorpresa.
Alla fine resta un grande dubbio: dovendo sacrificare la storia d'amore, i dialoghi, la sceneggiatura e la magia perché non utilizzare la più grande risorsa tecnologica del nostro tempo, il 3D, che avrebbe, almeno, sopperito alle mancanze del film?

Francesca Magurno


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